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Dipinti

Natura morta: Vaso di Iris su sfondo giallo

Olio su tela
92.0 x 73.5 cm.
Saint-Rémy: Maggio, 1890
F 678, JH 1977

Amsterdam: Van Gogh Museum

Natura morta: Vaso di Iris su sfondo giallo è uno dei quadri più noti di nature morte a soggetto floreale dipinti da Vincent van Gogh.

L'opera, assieme al suo pendant Natura morta: Vaso di Iris, è inusuale in quanto rappresenta una delle poche nature morte dipinte da Van Gogh durante la sua permanenza al manicomio di Saint-Rémy. Van Gogh dipinse nature morte attraverso tutta la sua carriera decennale d'artista--dai primi lavori a Etten, fino alle ultime opere eseguite poco prima della sua morte nel 1890.

E' interessante il fatto che l'unico periodo nel quale Van Gogh dipinse pochissime nature morte sia stato quello di Saint-Rémy. Forse dipendeva dal fatto che il paesaggio nei dintorni di Saint-Rémy era così invitante--i boschetti di ulivi e i cipressi slanciati erano molto più interessanti per Van Gogh, che amava dipingere all'aperto. Forse Vincent si stava prefigurando il suo imminente trasloco dal manicomio--sua dimora per più di un anno--a Auvers-sur-Oise nel nord (dove Van Gogh avrebbe riscoperto il suo amore per le nature morte).

A proposito di Natura morta: Vaso con Iris su sfondo giallo Van Gogh scrisse:

Al momento tutto procede bene, il terribile attacco che mi ha colpito è svanito come un temporale e sto lavorando per dare un ultimo tocco di pennello con un calmo e serio entusiasmo. Sto dipingendo una tela di rose su sfondo verde chiaro e due tele che raffigurano due grossi mazzi di iris viola, uno dei quali su sfondo rosa nel quale l'effetto che ottengo è soffice e armonioso a causa della combinazione di verdi, rosa, violetti. D'altra parte, l'altro mazzo color viola (in tonalità che spaziano dal carminio al blu di Prussia puro) risalta contro uno sfondo sorprendemente giallo-limone, con altri toni di giallo nel vaso e nel suo sostegno, cosicchè l'effetto è quello di colori complementari tremendamente distanti tra loro, che si rafforzano l'un l'altro per via della loro giustapposizione.
Lettera 633
Auvers-sur-Oise
11 o 12 Maggio 1890
Come menzionato sopra, Van Gogh può aver dipinto quest'opera anticipando nel subconscio il momento in cui avrebbe lasciato il manicomio di Saint-Rémy. Ma questa natura morta ha le sue radici anche nel modo in cui Van Gogh usava afffrontare i suoi lavori, sia in termini di composizione del dipinto, sia per il suo interesse, che durò tutta la vita, per l'uso efficace di colori tra loro contrastanti.

Nel suo catalogo per la mostra del 1986 Van Gogh in Saint-Rémy and Auvers Ronald Pickvance scrisse a proposito delle nature morte che Van Gogh dipinse in questo periodo:

In questi esercizi formalistici di colore egli fa a meno di usare un pennello carico e un impasto spesso, spandendo il colore discretamente e delineando attentamente le forme. Nel presente dipinto, dove l'effetto reciproco dei gialli, le proporzioni del tavolo in relazione allo sfondo, e il piazzamento asimmetrico del vaso richiamano ingegnosamente alla mente uno dei Girasoli (F 454), di Arles, egli effettivamente dipinse i fiori, il vaso e il piano del tavolo prima di aggiungere lo sfondo attorno e dentro le forme stabilite.1

La composizione dell'opera è davvero altamente reminescente delle famose serie dei girasoli, ma qui Van Gogh fa anche un uso meraviglioso dei colori contrastanti messi giù sulla tela.

L'interagire efficace di colori in contrasto tra loro fu una materia che interessò sempre sia Vincent che Theo van Gogh. Sul finire del 1889 Theo scrisse al fratello:

Uno non ha idea della forza dei colori, che Monticelli fu uno dei primi ad usare, servendosi di un contrasto per ottenere un effetto forte preservando al tempo stesso l'armonia.
Lettera T22
Parigi
22 Dicembre 1889
Vincent stesso scrisse a proposito del suo uso di colori contrastanti in un certo numero di occasioni2:

Ma ho dipinto una serie di studi di colore, fiori semplicemente, papaveri rossi, fiordalisi blu e non-ti-scordar-di-me, rose bianche e rosa, crisantemi gialli--cercando le opposizioni di blu e arancione, rosso e verde, giallo e viola, cercando les tons rompus et neutres per armonizzare gli estremi brutali. Cercando di rendere l'intensità del colore e non un'armonia di grigio.
Lettera 459a (a Horace Mann Livens)
Parigi
Agosto/Ottobre, 1886
E' interessante notare che l'interesse di Van Gogh per lo specifico contrasto di colore tra viola e giallo risale al periodo di Parigi. Van Gogh menziona nuovamente il contrasto di colore viola/giallo in una lettera di quello stesso periodo:

Quanto al mio lavoro, ho dipinto il pendant di quei fiori che hai. Un mazzo di gigli bianchi--bianco, rosa, verde--su sfondo nero, qualcosa di simile alla lacca giapponese nera intarsiata di madreperla che tu conosci--quindi un mazzo di gigli color arancio-tigre su sfondo blu, infine un mazzo di dalie, viola su sfondo giallo, e dei gladioli rossi in un vaso blu su sfondo giallo chiaro.
Lettera 460
Parigi
Agosto, 1886
E successivamente, in una lettera a sua sorella Wilhelmina:

Lo scorso anno quasi non ho dipinto altro che fiori, per abituarmi ad usare una scala di colori diversa dal grigio--e precisamente rosa, verde tenue e brillante, azzurro, viola, giallo, arancione, rosso pieno.
Lettera W1
Parigi
Estate o autunno, 1887

Sia Vincent che suo fratello Theo avevano salde opinioni sull'impiego di colori contrastanti in pittura. Se usati efficacemente, questi contrasti non necessariamente produrrebbero un effetto stridente e dissonante sulla tela, quanto piuttosto--come entrambi i fratelli Van Gogh avrebbero scritto--il risultato sarebbe quello di ottenere una potente "armonia" visuale.


1. Ronald Pickvance, Van Gogh in Saint-Rémy and Auvers (New York: Metropolitan Museum of Art, 1986), p. 185.

2. Vorrei ringraziare Laura Coyle per aver attirato la mia attenzione su queste specifiche lettere nel suo eccellente saggio Strands Interlacing: Colour Theory, Education and Play in the Work of Vincent van Gogh (Van Gogh Museum Journal, 1996, pp. 118-31).

Provenienza

Proprietario

Collocazione

Data di acquisizione

Theo van Gogh

Parigi

1890-91

Johanna van Gogh-Bonger

Amsterdam

1891-1925

V.W. van Gogh

Laren

1925-62

Van Gogh Foundation

Amsterdam

1962

Van Gogh Museum

Amsterdam

1973


Mostre

Anno

Città

1905

Amsterdam

1912

Colonia

1914

Berlino

1923

Amsterdam

1924

Basilea

1924

Zurigo

1924

Stoccarda

1925

Parigi

1925

L'Aia

1926

Londra

1927

Parigi

1929

Londra

1930

Amsterdam

1932

Manchester

1933

Rotterdam

1933

Amsterdam

1945

Amsterdam

1946

Stoccolma

1946-47

Liegi

1947

Parigi

1947

Ginevra

1947-48

Londra

1948

Bergen

1948

Oslo

1949-50

Chicago

1949-50

New York

1951

Lione

1953

L'Aia

1953

Otterlo

1953

Amsterdam

1953-54

St. Louis

1954

Zurigo

1955

Anversa

1955

Palm Beach

1955-56

Liverpool

1957

Marsiglia

1958-59

San Francisco

1959-60

Utrecht

1960-61

Montreal

1961-62

Baltimora

1963

Humlebaek

1964

Washington

1964

New York

1965

Charleroi

1965

Gand

1965-66

Stoccolma

1965-66

Goteborg

1986

New York


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