Olio su tela
98.0 x 69.0 cm.
Arles: Agosto, 1888
F 459, JH 1560
Distrutta da un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale
Nell'agosto del 1888 Vincent van Gogh iniziò a dipingere una serie di quadri che, come afferma il Dr. Jan Hulsker, "forse più di qualsiasi altro suo dipinto, lo ha reso famoso in tutto il mondo. Spesso sono le uniche opere con le quali è identificato."1 Questa serie è, naturalmente, quella dei girasoli. Van Gogh concepì i suoi dipinti di girasoli come una serie, e lavorò diligentemente ad essi in vista dell'arrivo ad Arles del suo amico Paul Gauguin. In una lettera a Emile Bernard scritta verso il 18 agosto 1888 Vincent scrisse: "Sto pensando di decorare il mio studio con una mezza dozzina di quadri di "Girasoli", una decorazione in cui i gialli cromo grezzi o spezzati risplenderanno su vari sfondi--blu, dal più pallido verde malachite all'azzurro intenso . . ." (B15). Alla fine, Vincent progettò di appendere una dozzina di quadri di girasoli sulle pareti della Casa Gialla che lui e Gauguin avrebbero usato come studio. "Mi piacerebbe decorare le pareti. Nient'altro che grossi girasoli . . . Bene, se porterò a termine il progetto, ce ne saranno una dozzina di pannelli. L'intera cosa si risolverà pertanto in una sinfonia in blu e giallo. Ci lavoro ogni mattina a partire dall'alba, perchè i fiori appassiscono rapidamente e bisogna fare in modo di dipingerli subito, al primo colpo" (526). Sfortunatamente, la corsa di Vincent contro il mutare delle stagioni non ebbe successo ed egli fu in grado di completare solo quattro dipinti di girasoli nell'agosto del 1888, compreso il lavoro mostrato in questa pagina. Senza dubbio, la più preziosa fonte di informazione per approfondimenti circa lo sviluppo e l'esecuzione delle opere da parte di Van Gogh sono le sue lettere al fratello, Theo, e ad altre persone. Nella sua tipica maniera precisa e dettagliata, Van Gogh descrive l'origine dei primi tre dipinti di questa serie: "Ho tre tele in lavorazione: 1°. tre grossi girasoli in un vaso verde, sfondo chiaro (tela formato 15) [A]; 2°.tre fiori, uno dei quali è appassito e ha perso le foglie e uno in boccio su uno sfondo azzurro intenso (tela formato 25) [B]. L'ultimo è chiaro su chiaro e sarà, io spero, il migliore [C]" (526). Pochi giorni più tardi Vincent scrive nella sua Lettera 527: "Sto lavorando ora al quarto dipinto dei girasoli.Questo quarto è un bouquet di quattordici fiori ed ha uno sfondo giallo." [D] I quattro lavori sopra menzionati sono noti come "A-B-C-D". Ulteriori dettagli sono mostrati nella tabella qui sotto:
L'opera presentata in questa pagina è circondata da un certo grado di confusione--sia all'inizio che alla fine della sua breve vita:
Come si nota nella Lettera 526 sopra citata, Vincent descrive i primi due lavori [A] e [B] come di "formato 15" e "formato 25". Tuttavia, le dimensioni di F 453 e F 459 sono, rispettivamente, 73 x 58 cm. e 98 x 69 cm. Il catalogo ragionato di De la Faille annota: "Non solo le prime due tele dovrebbero piuttosto essere definite rispettivamente di "formato 20" e "formato 30" [F 459 potrebbe essere definita di formato maggiore di 30], ma le tele F 455 e F 456 [che sono veramente tele in formato 30] non sono neppure più grandi della tela F 459, che Vincent chiamava 'tela da 25'. Se Vincent usò per errore le indicazioni sbagliate per i primi due dipinti che menziona nella lettera 526a, uno si sarebbe almeno aspettato che il terzo quadro, chiamato 'tela da 30' , fosse più grande del secondo che egli chiamava 'tela da 25'. I curatori non hanno trovato una soluzione a questo problema."2
Le informazioni circa il destino finale di quest'opera sono in conflitto tra di loro. Qualche fonte indica che il dipinto è stato distrutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale (ad esempio, Walther e Metzger in Van Gogh: The Complete Paintings), mentre altre lo annotano come "distrutto da un incendio nel 1946" (Van Gogh in Arles di Alfred Nemeczek, p. 23). Il catalogo ragionato di Hulsker dice semplicemente "Distrutto" e, per peggiorare ulteriormente le cose, il catalogo ragionato di De la Faille contraddice sé stesso. Nel suo catalogo principale, il De la Faille indica l'opera come "distrutta da incendio durante la Seconda Guerra Mondiale" (la sottolineatura è mia). Nei successivi elenchi di provenienza e mostre, comunque, l'opera viene indicata come "bruciata in guerra nel 1946" (un anno dopo la fine del conflitto). In che maniera, esattamente, quest'opera andò incontro alla sua sfortunata fine?
Natura morta: Vaso con cinque girasoli di van Gogh è un dipinto notevole. Il fatto che costituisca parte integrale di una delle più conosciute ed amate serie pitoriche della storia dell'arte è fuori discussione. La sua perdita è, naturalmente, una tragedia per tutti coloro che apprezzano e ammirano le opere di Vincent van Gogh.
1. Jan Hulsker, The New Complete Van Gogh: Paintings, Drawings, Sketches, (p. 352).
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Breve Storia del dipinto in Giappone
Koyata Yamamoto nacque ad Osaka, in Giappone, il 19 gennaio 1886. All'età di 19 anni conseguì il diploma ed ottenne un impiego presso la filiale di Osaka della Satsuma & Co., dove gli fu assegnato il reparto del cotone. Negli anni successivi avrebbe fondato delle industrie tessili cotoniere egli stesso. Nel 1919, l'anno prima che acquistasse i “Girasoli” di Van Gogh, fondò la Yamamoto Sholen Corporation, dirigendone la filiale di Osaka in qualità di direttore esecutivo.
Yamamoto apprezzava molto le arti e occasionalmente scrisse egli stesso delle poesie. Nel 1915, quando aveva 30 anni, Yamamoto lesse il romanzo "Quando aveva 30 anni" dello scrittore e artista Saneatsu Mushanokoji. Il romanzo fece una tale impressione a Yamamoto che dovette leggere molte altre opere dell'autore e finì con lo stringere con questi una forte amicizia. E' il risultato dell'influenza di Mushanokoji, piuttosto che un'affinità con l'opera di Van Gogh, che spinse Yamamoto ad acquistare il dipinto dei "Girasoli". Mushanokoji, attraverso il suo amico Moritsu Hosokawa, aveva perfezionato l'acquisto di un autoritratto di Cézanne per 20.000 yen ed era molto interessato anche all'acquisto dei girasoli di Van Gogh, ma non era riuscito a trovare un compratore giapponese. Yamamoto, colpito dalla passione del suo amico, acconsentì a comprare i "Girasoli" per 20.000 yen. Il dipinto dei “Girasoli” fu spedito dalla Francia in Giappone sul vapore postale Binna. Il piroscafo partì il 21 maggio 1920 ed arrivò in Giappone intorno al 12 dicembre di quell'anno. Agli inizi del 1920 il dipinto comparve alla prima delle due uniche, brevi mostre in cui fu esibito in Giappone. Il dipinto venne accolto bene dal pubblico giapponese, specialmente alla seconda mostra, in Osaka, dove attrasse più attenzione di tutti gli altri numerosi lavori in mostra. Abbastanza stranamente, fu la grossa cornice del dipinto ad avere un profondo impatto sul suo destino. Durante la mostra a Shinanobashi, la cornice insolitamente pesante causò la caduta del dipinto dalla parete. La cornice ne fu danneggiata e Yamamoto rimase così offeso che non consentì mai più ad esporlo in pubblico. Tristemente, la stessa cornice può aver giocato un ruolo nel tragico destino del dipinto. Yamamoto era preoccupato per i pesanti bombardamenti durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e chiese ad una banca di Osaka di custodire i “Girasoli” di Van Gogh nei suoi sotterranei. La banca rifiutò asserendo che l'umidità dei sotterranei avrebbe danneggiato il delicato dipinto. Così Yamamoto finì per tenere il dipinto al suo solito posto, su una parete della sua residenza nel distretto Uchide ad Ashiya. Nel 1945 Ashiya subì quattro attacchi aerei da parte degli americani: l'11 maggio, il 5 giugno, il 15 giugno e infine il 5-6 agosto. In quest'ultimo raid aereo (lo stesso giorno di quello atomico su Hiroshima), morirono 89 persone e 2.833 abitazioni vennero in tutto o in parte distrutte. L'abitazione di Yamamoto bruciò fino alle fondamenta e così “Natura morta: Vaso con cinque girasoli” fu distrutto. Si congettura sul fatto che la pesantezza della cornice abbia reso troppo difficile il rimuoverlo, e qualcuno sostiene che ne abbia anche facilitato la distruzione. Yamamoto sopravvisse ai raid aerei su Ashiya e, più avanti nel corso della sua vita, sostenne e incoraggiò la nascita di scuole di poeti come la Ashiya Haiku Society. Lasciò egli stesso un certo numero di composizioni haiku sotto lo pseudonimo di Kodo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale non accennò mai più al suo amato dipinto di Van Gogh. Koyata Yamamoto morì il 25 novembre 1963 all'età di 77 anni. Fonte: Vincent and Theo Van Gogh (mostra presso l'Hokkaido Museum of Modern Art: 5 luglio – 25 agosto 2002), Yukihiro Sata/Takashi Kamata/Yayoj Yanagisawa (eds.), Hokkaido Shimbun Press (2002), pag. 270-77. |
Proprietario |
Collocazione |
Data di acquisizione |
Johanna van Gogh-Bonger |
Amsterdam |
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Bernheim Jeune Art Gallery |
Parigi |
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F. Meyer-Fierz |
Zurigo |
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Paul Vallotton Art Gallery |
Losanna |
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Koyata Yamamoto |
Yokohama (?) |
1920 |
Anno |
Città |
1905 |
Utrecht |
1905 |
Amsterdam |
1906 |
Rotterdam |
1921 |
Tokyo |
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